In questo periodo di elezioni Siciliane tutti stanno pensando a chi votare ed i candidati stanno pensando a racimolare voti. Ma a me ricorre nella testa questa splendida frase di Padre Alex Zanotelli, padre comboniano, che ho conosciuto nella mia esperienza all’interno del forum dell’acqua. Una persona straordinaria che è l’anima del forum stesso. Mi è venuto in mente con la sua frase proprio in occasione dell’appello di Vandana Shiva, altro personaggio straordinario, che si batte dall’India per la libertĂ dei semi.
I Semi come l’Acqua sono in pericolo, sono in serio pericolo. Ed è per questo che la scienziata Indiana ha deciso di lanciare un messaggio forte di mobilitazione mondiale al quale Noi abbiamo aderito insieme alle Associazioni Forum Catanese Acqua Bene Comune, Manitese Sicilia, ‘A fera Bio, e Rifiuti Zero Sicilia, organizzando, per ora, due iniziative: uno scambio di Semi ed una conferenza\dibattito sul tema della SovranitĂ Alimentare.
E’ successo che con sentenza del 12 luglio, la Corte di Giustizia della UE ha confermato il divieto di commercializzare le sementi delle varietĂ tradizionali e diversificate che non sono iscritte nel catalogo ufficiale europeo. All’Interno di questo catalogo “ufficiale” sono state inserite solo alcune varietĂ escludendo la gran parte dei semi frutto di secoli di miglioramento genetico eseguito dagli agricoltori non in Laboratorio ma in campo. I custodi dei semi tutto ad un tratto sono diventati fuori legge. Attenzione non stiamo criticando la ricerca nè la ricerca eseguita nei laboratori, chi vi scrive è un chimico, quello che critichiamo è il fatto che qualcuno ad un certo punto diventi proprietario del patrimonio genetico di un alimento oggi, forse del patrimonio genetico di un essere umano domani. Va bene la lettura del DNA ma quando si è discusso a livello globale sulla possibilitĂ che quel DNA possa avere una “proprietĂ ”? Chi ha deciso questo? Chi è diventato proprietario del patrimonio genetico delle sementi?
La schizzofrenia legislativa della comunitĂ Europea si evince nelle dichiarazioni di voler conservare le biodiversitĂ ed incentivare le varietĂ locali da una parte, e l’istituzione di elenchi che non contemplano le varietĂ tipiche locali dall’altra. Questo avviene in Europa, in India, in Amenrica, in Cina sta avvenendo in tutto il mondo, mentre Noi non sentiamo altro che discorsi incentrati sulle banche. Si parla solo di questo, di Banche e di Soldi. Stanno svendendo il patrimonio genetico degli alimenti e non ci stanno nemmeno chiedendo il permesso.
Il vantaggio di seminare liberamente le nostre varietĂ locali prodotte da semi locali (oggi si parla tanto di Bio e vi faccio solo l’esempio del Kamut che è “venduto” come Bio ma che è un brend un marchio registrato da una multinazionale che ci guadagna ogni volta che noi lo acquistiamo e che detiene la proprietĂ dei semi che vengono venduti), anzi autoriprodotte da semi locali e che i semi locali sono frutto di milioni di anni di simbiosi tra la Pianta, la Terra ed il Clima esterno che cambia e cambiando modifica anche le piante. Ecco perchè “un tempo” o meglio per migliaia di anni l’uomo, quello sapiens, si è evoluto senza i pesticidi creati dall’homo tecnologicus. La pianta era del luogo ed i suoi semi erano e sono tutt’ora essi stessi un patrimonio genetico che si è scambiato per secoli. Oggi tutto questo è messo in discussione da poche, pochissime multinazionali, che vogliono mettere la logica del profitto negli alimenti, divenatando proprietarie del patrimonio genetico.
Per questo Vandana Shiva, scienziato indiano formatosi nelle migliori universitĂ americane, ha deciso di rompere il silenzio e di fare questo appello e di creare questo sito Seedfreedom. Il problema rigurada tutti Noi. Dobbiamo prendere consapevolezza che delle nostre enormi potenzialitĂ . Dobbiamo prendere consapevolezza che non siamo consumatori siamo cittadini prima di tutto siamo esseri umani e che La Grande Distribuzione Organizzata (i centri commerciali) sono centri in cui, ogni giorno con la nostra spesa, queste multinazionali stanno prendendo potere economico. Ciascuno di noi li finanzia inconsapevolmente. Comprando merce e non alimenti venduta a prezzi irragionevolmente bassi perchĂ© sovvenzionati dagli Stati, dai Governi, dalla comunitĂ Europea. Il grano Simeto che è frutto di un esperimento di laboratorio è un grano siciliano ma non viene dalla Terra, viene appunto dal laboratorio, non è OGM (modificato\migliorato geneticamente) ma è stato studiato per produrre secondo dei limiti che sono imposti dalle multinazionali ed in piĂą chi lo coltiva prende delle sovvenzioni. Chi invece decide di coltivare Timilia, Senatore Cappelli, Margherito, Maiorca etc.. etc.. non solo non riceve sovvenzioni, in piĂą ha una resa in farina piĂą bassa ed è ad oggi illegale a meno che non richiede una deroga.La logica vorrebbe che ad essere sovvenzionato siano proprio questi grani, ci sono oggi agricoltori siciliani che hanno rinunciato alle sovvenzioni e che stanno conservando questi grani. (Az. Agricola Terre Frumentarie, Az. Agricola San Giovannello, Az. Agricola Rabuazzo, la reta delle Fattorie Sociali, All ‘A fera Bio è possibile incontrali)
Per non parlare del grano che viene dal Canada o dall’Ucraina che viaggia in Navi che vagano nei mari senza destinazione, e si perchĂ© i prezzi si decidono “strada facendo” perchĂ© il grano è quotato in borsa ed appena il prezzo è basso ecco che c’è l’acquirente che magari si trova a Singapore. In quella Nave non si sa cosa ha viaggiato prima, nel grano si formano le micotossine se si trova a condizioni di temperature a di umiditĂ favorevoli che sono cancerogene (in particolare l’Aflatossina B1). Per gli alimenti, così come per le camicie provenienti dalla Cina nelle quali basta mettere un bottone che diventano made in Italy, allo stesso modo il grano, ad esempio, trasformato in farina diventa made in Italy con buona pace dei nostri produttori locali. Pensate tutta la pasta venduta nei centri commerciali pensate quanto grano viene importanto in nome della crescita.
Voti Ogni Volta che Fai la Spesa. Ricordalo. Stupisciti se un kilo di pomodoro nella grande distribuzione organizzata costa solo 0,50 € perché se si considerano i costi di etichetta, trasporto, tappo, bottiglia, pubblicità , i migliaia di volantini che impongono i prezzi e che sporcano quotidianamente le città , ci si dovrebbe chiedere la materia prima (pomodoro) quanto è costata e se veramente è contenuti in quel barattolo.
Voto Ogni Volta che Fai la Spesa. Ricordalo quando acquisti un IPHONE a 700 € e magari il suo costo di fabbricazione è di 40 € e in quel caso fai finta che la crisi non esiste.
Dobbiamo iniziare ad informarci e ad informare chiedere al panificio dove andiamo di solito se è disposto a rifare il pane con il grano siciliano, riattivare le nostre campagne anche semplicemente iniziando a seminare le sementi conservate. Tanti piccoli gesti che ci porteranno nel futuro con lo sguardo rivolto verso il passato.